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VITA DA PARASSITI: Trichinella spiralis.


La trichinellosi è una malattia causata da un nematode, parassita intestinale, del genere trichinia, caratterizzata dal fatto che le larve (trichinie) migrano nei muscoli dove si incapsulano.
Oltre alla comune Trichinella spiralis, ampiamente presente in tutto il mondo, sono stati individuati altri ceppi di questo parassita: Trichinella pseudospiralis (mammiferi e uccelli di tutto il mondo), Trichinella nativa (orsi artici), Trichinella nelsoni (carnivori e spazzini africani), Trichinella britovi (animali carnivori dell'Europa e dell'Asia occidentale), Trichinella papue (suini selvatici della Papua e Nuova Guinea), Trichinella zimbawensis (ritrovata principalmente in coccodrilli in Africa). Si pensa che molti di questi parassiti possano albergare anche nell'uomo.

Serbatoio.
Da ciò che è stato detto poche righe sopra risulta che il serbatoio principale per il parassita sia rappresentato da vari animali, tra cui maiali, gatti, cavalli, ratti, e molti animali selvatici tra cui l'orso, il lupo, la volpe, l'orso polare, mammiferi acquatici dell'artico e predatori tipici africani quali la iena, lo sciacallo ecc...

Diffusione.
La diffusione del parassita è ubiquitaria e dipende principalmente dalle pratiche alimentari e dai modi di preparazione della carne di organismi che potrebbero potenzialmente essere serbatoi del parassita.
Si trasmette consumando carne cruda o poco cotta. L'uomo si infesta principalmente mangiando carne cruda o poco cotta di prodotti derivanti dal maiale e contenente le larve incistate del parassita.

Ciclo vitale.
 
Il ciclo vitale del parassita, a seconda del ceppo che andiamo a prendere in considerazione, lo possiamo suddividire in un "ciclo domestico" e in un "ciclo silvestre".
Come possiamo vedere nell'immagine le larve si sviluppano all'interno di un vetebrato, in questo caso un animale può fungere da ospite definitivo o intermedio a seconda dello stadio vitale del parassita. Nel caso degli animali selvatici (ciclo silvestre), a differenza del ciclo definito domestico gli animali che fungono da ospite intermedio possono essere molti di più, gli organismi che risultano pericolosi per l'uomo sono tutti quelli che possono essere cacciati e finire sulle tavole come ad esempio cinghiali, alci o selvaggina di vario tipo.
Per quanto riguarda le carateristiche morfologiche, il parassita femmina  ha una lunghezza media di circa 4mm, mentre ilmaschio tende ad essere più piccolo con dimensioni di circa 1,5mm. L'infestazione, per ingestione di carni di animali contenenti l cisti del parassita, si stabilisce quando gli embrioni liberati nell'apparato digerente, si annidano negli strati profondi della parete ucosa intestinale, da cui poi raggiungono i linfonodi mesenterici. Gli embrioni maturano in adulti dopo circa una settimana. La femmina è ovovivipara; cioè le uova si schiudono nella cavità uterina dove permangono per un determinato periodo di tempo continuando a svilupparsi, per poi essere immessi nel sistema vascolare o linfatico e da qui disperdersi nell'organismo, arrivando a livello della cavità cardiaca e dei muscoli striati, sede di destinazione finale. Una volta giunti a livello del muscolo striato, si forma la cisti, costituita da un unico embrione e circondata da tessuto connettivale derivante principalmente dall'ospite. Gli embrioni persistono in una fase di latenza fino a quandun nuovo ospite non le ingerirà cibandosi della carne che le contiene. A quel punto l'embrione si libererà nell'intestino dell'ospite e i ciclo vitale ricomincia.

Cenni clinici.
Nell'uomo l'infestazione si può manifestare in forme altamente variabili a seconda del grado di infestazione parassitaria, si possono avere infestazioni con decorso asintomatico, o in caso di infestazioni massicce possono subentrare complicazioni che possono essere letali. In genere le complicanze che portano alla morte sono miocardite, polmoniti, peritonite  collasso cardio-circolatorio.
Segni caratteristici e comuni possono essere mialgia, seguita da edema delle palpebre superiori e eosinofilia di grado elevato. Tali sintomi talvolta sono seguiti da emoraggie a livello subungheale e retiniche, emorragie subcongiuntivali. Sete, sudorazione profusa.
Una sintomatologia gastrointestinale come la diarrea può essere principalmente dovuta all'attività del parassita adulto a livello intestinale. In alcuni casi è possibile osservare febbre a carattere remittente, che talvolta può arrivare anche a 40°C. Nei casi più gravi vi possono essere complicazioni che portano alla morte per insufficienza cardiaca.

Nelle due immagini sotto possiamo osservare larve incistate nel tessuto muscolare colorato con eosina ed ematossilina, l'immagine di sinistra è ingrandita a 300x quella di destra a 400x.


Nell'immagine di destra osserviamo le larve parzialmente digerite dalla pepsina, nell'immagine di sinistra possiamo vedere ST= sticocite nucleata (sticocite sono delle grandi ghiandole), RT= organi riproduttivi immaturi, IN= intestin, LC= bacllary bands.





Misure preventive.
1) Educare la popolazione sulla necessità di cuocere in maniera adeguata la carne di maiale ad una temperatura tale da permettere una adeguata cottura e che possa causare l'uccisione delle larve incistate. La carne deve essere cotta ad una temperatura di almeno 70°C. A meno che non si abbia la certezza che la carne sia stata precedentemente trattata in modo tale da essere certi che non vi possa essere presenza di larve incistate.
2)La carne di maiale dovrebbe essere macinata in macchinari diversi da quelli che si utilizzano per macinare carne di diversa origine e provenienza, oppure pulire adeguatamente il macchinario prima e dopo l'utilizzo per carni diverse.
3)Adottare specifci regolamenti che inducano l'utilizzo di tecniche (ad esempio irradiazione) sui prodotti commerciali del maiale e che possano garantire l'eliminazione delle larve eventualmente presenti.
4) Adottare e controllare che siano seguite le leggi che permettano di utilizzare solo carne di maiale certificata come esente da trichinelle, soprattutto per i prodotti che comunemente non richiedono una cottura prolungata prima del consumo e che possa permettere l'uccisione dei vermi.
5) educare i cacciatori a cuocere adeguatamente la selvaggina catturata.
6) Provvedere che siano rispettate le adeguate tecniche di conservazione, il congelamento può uccidere le larve, ma tale metodica non assicura l'uccisione di tutte le larve come nel caso della cottura, in quanto alcuni ceppi, ad esempio quelli artici (T.nativa) possono sopravvivere anche a temperature di -25°C e che comunemente sono state ritrovate in carni di tricheco o orso, anche se è raro che tali ceppi si vengano a trovare in carne di maiale.

Controllo dei pazienti.
1) La notifica alle autorità sanitarie locali di casi di infestazione è richiesta in molti paesi. In Italia rientra nelle malattie di classe 1.
2) Non è applicabile nessun tipo di isolamento, quarantena, in quanto il parassita non può essere trasmesso direttamente da persona a persona.
3) Appropriato effettuare degli esami sui familiari della persona affetta ed individuare la possibile causa dell'infestazione. Sequestrare e analizzare tutto il cibo sospetto.
4)Il trattamento prevede l'utilizzo di farmaci come abendazolo e mebendazolo, particolarmente efficace nello stato intestinale e muscolare dell'infestazione.

Sotto è rappresentato un individuo adulto.

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